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Sesta lezione – I personaggi

Senza ombra di dubbio, la costruzione psicologica del personaggio è preziosissima, perché vi permetterà di esprimervi con la vostra arte, e la vostra visione del mondo.

È bene avere chiaro tutto ciò che riguarda il nostro personaggio, ancor prima di stendere il nostro racconto.

E’ opportuno, quindi, farsi un’idea completa della sua personalità, anche se poi nel racconto emergeranno soltanto alcuni aspetti. Altri invece verranno immaginati dal lettore.

La regola primaria e fondamentale della scrittura creativa “Show, don’t tell” (mostra, non dire) è valida anche e soprattutto per la costruzione psicologica dei personaggi, ma approfondiremo con calma questo argomento in seguito.

Adesso un suggerimento di base importante: non rendete troppo cerebrali i vostri personaggi, e non fateli pensare o parlare come libri stampati, piuttosto fateli agire, muovere, fateli emozionare, e semplicemente seguiteli mentre vivono, e descriveteli mentre li osservate muoversi nella vostra storia.

Ponetevi molte domande sul vostro personaggio e cercate di conoscerlo il più profondamente possibile.

Può essere importante conoscere anche il suo numero di scarpe o il numero civico della sua abitazione.

Vi starate chiedendo a cosa possono servire tutti questi particolari se poi non li utilizzate nel vostro racconto, e in effetti servono a voi, per poter entrare in completa intimità e familiarità con il vostro personaggio.

Se non istaurerete un rapporto profondo con il vostro personaggio, se non ci dialogherete, se non passerete giorni e giorni ad osservarlo, e a farvi raccontare il suo mondo, sarà difficile poi che lo stesso personaggio possa viaggiare con le proprie gambe nel vostro racconto.

Cosa significa viaggiare con le proprie gambe?

Significa che se vorrete creare davvero un personaggio autentico e convincente, dovrete passare tanto tempo a dialogare con lui, fino a farlo sembrare una creatura viva e vera, e non più “inventata” o “fittizia”, e se diventerà viva e vera per voi, immancabilmente lo diventerà anche per il vostro lettore, perché riuscirete ad inserirla nella storia in modo indipendente.

Per “indipendente” intendiamo che il vostro personaggio acquisterà una vita propria, e si muoverà in modo spontaneo e naturale nella vostra storia, non facendo più percepire al lettore che invece ci siete voi dietro di lui, “che lo fate muovere e lo guidate”.

Attenzione, quello che stiamo cercando di comunicarvi non significa che dovrete psicoanalizzare il vostro personaggio, ma, essendo il vostro protagonista uno strumento prezioso per poter esprimere sensi, significati, voi stessi e i vostri pensieri, è necessario che vi impegniate a conoscerlo a fondo.

Soprattutto dovrete impegnarvi a conoscere che tipo di relazioni intercorrono tra il vostro protagonista e gli altri personaggi della vostra storia.

Comprendere, leggere e gestire le relazioni che intercorrono tra le vostre “creature” è davvero fondamentale, perché una buona trama è logicamente dettata dai rapporti, dalle relazioni tra i personaggi stessi, perché saranno proprio loro, che interagendo e relazionandosi tra loro, a creare i punti cardine di un’opera letteraria.

Quindi, ricapitolando, non è basilare che voi “psicoanalizziate” il vostro protagonista, facendolo distendere su un lettino tipo “paziente freudiano”, no, dovete solo entrare in una profonda relazione con lui, e farvi raccontare che tipo di sentimenti, pensieri, e progetti, nutre verso gli altri personaggi della vostra storia.

Per poter entrare in un rapporto profondo con il vostro personaggio, vi suggeriamo di scrivere una sua dettagliata biografia, che potrete consultare tutte le volte che sarà necessario lungo il vostro cammino.

Mentre costruite il vostro protagonista, annotate tutti i dettagli e i particolari che potete: i suoi aspetti sia interiori che esteriori, i suoi sentimenti e stati d’animo, le sue abitudini, i suoi pensieri ricorrenti, i suoi desideri, le sue paure, le sue aspirazioni, e cercate di inoltrarvi profondamente e autenticamente nel suo mondo, cercando di capire in che modo lui lo vede, come lo vive, e da che punto di vista si pone per osservarlo.

Quando avrete raccolto abbastanza informazioni da sentirlo vivo e vero, sarà giunto il momento di farlo incamminare nel vostro racconto e, ricordate, quando vorrete narrare al vostro lettore i suoi stati d’animo, le sue idee, pensieri e desideri, sarà efficace che voi tentiate di trasmetterli tramite le sue azioni, il suo comportamento e non tramite sterili elenchi descrittivi.

Perciò, impegnatevi affinché il vostro personaggio si incammini vivo, vero e credibile nel vostro racconto, in modo che il lettore possa credere davvero alle sue azioni, al suo comportamento e possa riconoscersi in lui.

Ma com’è un personaggio vivo, vero e credibile?

Deve possedere come tutti noi aspetti contraddittori, avere un’interiorità ricca e sfaccettata, piena di sfumature, colori, ed altre possibilità, altrimenti il lettore non potrà seguirlo con partecipazione emotiva, e non riuscirà ad identificarsi in alcune sue parti.

In letteratura si usa dire che esistono personaggi “piatti” e personaggi “tondi”.

I personaggi “piatti” sono unidimensionali, e possiedono poche sfaccettature. I personaggi “tondi” invece, sono pluridimensionali, e sono come me, come te, come tutti noi, pieni di desideri, dubbi, paure e aspirazioni.

Dovrete prendere in considerazione tante sfaccettature per caratterizzare il vostro personaggio, a cominciare dal suo stato sociale, la sua cultura, il suo passato, l’importante è che abbiate capito che il personaggio è una creatura complessa, dinamica, e in piena trasformazione.

E adesso alcune informazioni riguardo ai personaggi secondari.

Riguardo ai personaggi minori, all’interno di un racconto o romanzo, è preferibile che siano invece poco sfaccettati, ma ben delineati con poche ed efficaci pennellate.

Una cosa che può aiutarvi a caratterizzarli in modo rapido ed efficace, è il loro linguaggio, le loro abitudini o alcune loro specifiche e particolari caratteristiche. In sintesi, fate in modo che non siano anonimi, ma non fateli neppure diventare delle sterili macchiette.

Abbiamo accennato al linguaggio come strumento di caratterizzazione, perché il personaggio prende vita soprattutto attraverso il suo linguaggio, perciò dovrete capire anche qual è la sua voce, e il suo modo di esprimersi, nonché, come abbiamo detto, il suo comportamento, il suo modo di fare, di porsi, le sue abitudini e le sue aspirazioni.

Ci soffermeremo sul linguaggio in una prossima lezione dedicata al dialogo, per il momento quello che è di basilare importanza, è che il personaggio vive sempre un “conflitto” ed è attraverso questo suo conflitto che prende vita e significato la trama della vostra storia.

A questo punto, avrete sicuramente dedotto che un personaggio vivo e denso di palpitante umanità può essere più importante addirittura della stessa trama del racconto.

Prima di concludere, annotate un’altro concetto importante.

Quello che rende grande un personaggio, solitamente è il giusto equilibrio tra ordinario e straordinario, perciò cercate di mischiare bene elementi usuali con elementi inusuali.

Un buon personaggio deve contenere in sé elementi quotidiani, normali, ma anche un pizzico di ingredienti fuori dalla norma, straordinari, che lo rendano unico e inconfondibile agli occhi del lettore.

È ovvio, non dobbiamo certo esagerare con le caratteristiche straordinarie, un personaggio vincente può anche essere una persona assolutamente comune, nella media, che però si ritrova a vivere situazioni eccezionali, e grazie a ciò sviluppa in sé forze nuove ed inaspettate, esprimendo d’improvviso le sue nascoste qualità straordinarie.

Vi garantiamo che questa formula affascina molto i lettori, è davvero la loro preferita: il tipo umano normale che grazie ad una difficoltà grande ed imprevista scopre le sue qualità eroiche, superiori.

Sì, proprio così, come accade nella realtà di tutti i giorni.

La motivazione è semplice ed antica quanto il mondo.

Il lettore deve potersi identificare con il vostro personaggio, perciò quando lo create, cercate di fare affidamento sulle vostre stesse passioni, sulle cose che davvero conoscete, e che avete vissuto, perché non c’è niente di peggio di un personaggio che non risulta vero, credibile ed umano.

Arrivederci alla prossima settimana con un’altra lezione.